Muscle Movies #2 - Ercole al centro della Terra (1961)

Il film che presento in questa puntata viene considerato da molti amanti del genere come la più alta espressione del cinema peplum degli anni '50 e '60.
Diretto dal maestro Mario Bava, che l'anno precedente aveva dato origine all'horror italiano con "La maschera del demonio", il film "Ercole al centro della Terra" (1961) è un peplum in una classe a sé, con sfumature horror che rendono la storia ancora più interessante. Pieno di colori forti e girato, a differenza di altre pellicole del genere, prevalentemente in interni, il film vanta la presenza di Christopher Lee (noto per le sue interpretazioni del conte Dracula), e del campione britannico Reg Park: all'epoca, il più massiccio body-builder del mondo.


Una delle locandine del film, con
Christopher Lee (in alto a destra),
Leonora Ruffo (a sinistra) e
Reg Park attaccato da un paio di zombie.
Ercole al centro della Terra (1961)
Altri titoli: Vampire gegen Herakles (tedesco), Hercules vs. vampires (inglese), Hercules contre le vampires (francese)

Regia: Mario Bava

Soggetto e sceneggiatura: Mario Bava, Sandro Continenza

Paese: Italia

Durata: 91 minuti (versione integrale: 95 minuti)

Nota. La versione integrale comincia con Lico che effettua un oscuro rito all'interno di un cimitero, offrendo in sacrificio una fanciulla. I morti assistono al rito coperti da lenzuola bianche e al termine rientrano nelle loro bare di pietra. Si può vedere questa scena a questo indirizzo.

Ercole (Reg Park) sta per tornare ad Ecalia per sposare la bellissima principessa Deianira (Leonora Ruffo), figlia del re Aurete, da poco scomparso. Lungo la strada viene aggredito da alcuni banditi, che peraltro riesce a liquidare in un batter d'occhio. Non sospetta nemmeno che i suoi aggressori siano stati in realtà ingaggiati dal perfido Lico (Christopher Lee) per ucciderlo.
Appena arriva in città, Ercole viene accolto con gioia da tutti i cittadini, ma non trova la sua amata ad attenderlo, come giustamente si sarebbe aspettato. Il suo amico Keros (Mino Doro) avvisa Ercole che Deianira, che sarebbe dovuta succedere al padre al trono, è in realtà sparita, e vive in un'ala del palazzo a cui non è permesso neanche alla servitù di entrare. Lei infatti arriva solo più tardi, e non sembra molto in sé, a giudicare da ciò che dice: crede che il suo amato sia morto in mare, e pensa che colui che ha davanti, in (tanta) carne e ossa, altro non sia che un fantasma.
Deianira viene fatta uscire dalla bara per andare a trovare Ercole.
In realtà un oscuro male affligge tutta la città, non solo Deianira che, da qualche tempo, ha preso la curiosa abitudine di dormire dentro a una bara di pietra, sotto l'influsso di Lico (un vero tocco da maestro il modo in cui Deianira si leva in piedi stando sempre dritta, come avviene in molti film di vampiri, e l'uso del piano focale che fa sì che sembri avanzare levitando).
Keros comincia ad avere dei sospetti sull'origine del male nella città. In realtà, non ci vorrebbe molto a capire che è stato tutto causato da Lico, l'unico che da tutta questa situazione ci sta guadagnando qualcosa. Tuttavia, Keros viene trovato da Ercole in punto di morte, e questi non riesce a sapere dalla vittima chi l'ha ucciso.
La sibilla Medea (Gaia Germani).
Ercole si rivolge allora alla sibilla Medea (Gaia Germani), per sapere come salvare la sua amata, offrendo in dono al padre la sua immortalità, altrimenti la sibilla non avrebbe detto nulla.
Medea allora, facendo da tramite per Giove, rivela ad Ercole che, per salvare Deianira dall'oscuro male che l'affligge, deve recarsi nel regno dei morti (l'Averno), per trovare una pietra magica posta al centro della Terra, oltre il giardino delle Esperidi, nella palude Stigia (queste sono le comodissime indicazioni del "navigatore satellitare" dell'epoca).
Ercole va dunque alla ricerca dell'amico biondo Teseo (Giorgio Ardisson), che nel frattempo ha conquistato un'altra donna, e incorre anche nel buffo Telemaco (Franco Giacobini), vera e propria "macchietta", usata nel film per stemperare le situazioni di grande tensione.
Le Esperidi girano attorno ad Ercole e Teseo mentre giacciono addormentati.
La prima tappa è il giardino delle Esperidi, donne che un castigo divino ha obbligato a dimorare per sempre nelle tenebre. Esse sono anche le custodi di un albero su cui è presente un pomo, che può consentire ad Ercole ed ai suoi amici di tornare vivi dall'Averno.
Sarà questo l'inizio dell'avventura di Ercole nel regno dei morti, anche se le fatiche del semidio continueranno anche al di fuori del dominio di Plutone.
Come in molti peplum, le parti del buono e del cattivo sono delineate sin dall'inizio del film. Tuttavia, a differenza di molte pellicole del genere, la cura per i dettagli è incredibile, soprattutto per quanto riguarda la fotografia e gli effetti speciali ben riusciti, seppur artigianali.
Ercole cerca di impedire al donnaiolo Teseo (Giorgio Ardisson)
di essere vittima di una delle visioni dell'Averno.

Sebbene per i mercati esteri il film sia stato intitolato come "Ercole contro i vampiri", in realtà non sono i vampiri, ma gli zombie ad essere presenti nella storia, e il film di Bava, sebbene non li nomini mai, li usa per la prima volta nel contesto moderno di non-morti che escono dalle tombe: prima erano prevalentemente usati in film che trattavano rituali di magia, ed in riferimento a persone vive, ma ipnotizzate o drogate. Solo sette anni dopo gli zombie sarebbero entrati nella cultura di massa, grazie al primo film di George Romero sull'argomento ("La notte dei morti viventi").
Oltre alla già citata Leonora Ruffo, il cast comprende altre attrici affascinanti come Ida Galli (Myosotide, figlia di Plutone), Marisa Belli (Aretusa) e Rosalba Neri (Egle), anche se francamente risulta difficile trovare una donna di media bellezza in tutto il film: persino le comparse potrebbero tranquillamente interpretare ruoli di dee.

Ercole, Teseo e Telemaco nell'Averno.
Mi sento di consigliare vivamente "Ercole al centro della Terra" a chiunque, non solo agli amanti del genere, in quanto degno rappresentante di tutta la filmografia del peplum degli anni '50 e '60, ed esempio, tra tante altre pellicole, del talento del maestro Mario Bava.

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