Body-Building Photography #32 - Brian Buchanan / Michael Neveux (Copertina di Ironman - settembre 1989)


Brian Buchanan sulla copertina della rivista Ironman di settembre 1989

Brian Buchanan è un body-builder inglese, nato a Londra nel 1962. A soli 22 anni vince il Mr. Universe NABBA: sia il titolo della categoria delle alte taglie che quello assoluto. Dopo il passaggio al professionismo, gareggia per altri 14 anni. Vince il Mr. Universe NABBA nella divisione professionisti nel 1995, mentre al Mr. Olympia fa due apparizioni nel 1988 e 1989, classificandosi rispettivamente in 7° e 8° posizione. Alto 1,78 m, è accreditato come il body-builder professionista con il giro vita più piccolo in assoluto (solo 68 cm). Nonostante un’ottima preparazione, non riesce mai a qualificarsi ai primi posti nelle competizioni più prestigiose, perché con i suoi 95 kg è troppo “piccolo” rispetto al top del body-building mondiale, rappresentato al tempo da Lee Haney e Dorian Yates che, a parità di altezza, pesano una ventina di chili in più di Buchanan.

Iron Man è una rivista, tuttora pubblicata, fondata nel lontano 1936 da Peary e Mabel Rader, circa trent’anni prima che nascesse l’omonimo supereroe della Marvel. Nella foto di copertina del numero di settembre 1989, una delle più belle di sempre, il busto di Brian Buchanan sembra emergere dal tavolo come una scultura che, intenzionalmente o solo per casualità, è in creta e non in marmo: scelta saggia, poiché ad una scultura in creta, nel processo di creazione, è possibile aggiungere, non solo togliere materiale, come invece accade con una pietra. Gli scalpelli e gli altri attrezzi sono ancora accanto all’opera che noi osserviamo, alla stregua dello scultore che si allontana di qualche passo dal suo lavoro, per apprezzarlo nella sua interezza.
Ma una fotografia come questa non può non evocare altri pensieri in chiunque si sia mai messo a posare davanti ad uno specchio. Perché quello che può sembrare un semplice atto di vanità è in realtà un esercizio di ricerca di un uomo o di una donna che è al tempo stesso scultore e scultura: deve capire come porsi al meglio per mostrare i propri pregi e nascondere i difetti; deve guardarsi attentamente per sapere dove intervenire per migliorare la simmetria e bilanciare le varie parti del suo corpo, talvolta ingegnandosi per far aumentare le dimensioni di un muscolo che ostinatamente non ne vuole sapere di crescere, talvolta togliendo l’eccesso per esaltare la definizione, come uno scultore userebbe lo scalpello per creare dettagli nella sua opera. Un processo continuo, di affinamenti successivi, fino al momento peggiore, in cui lo scultore esausto deve allontanarsi dalla sua creazione perché niente sembra funzionare, per poi ricominciare da capo, con nuove idee, più volontà, più energia.

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